03) La Signora senza destino

Come il diciassette.

Al termine.

Io: “La prossima volta se vuole signora parleremo un po’ più di lei … sono qui per lei io”

La signora sorpresa: “Ah si … e che dico? Ho finito”.

Ed Io: “Vedrà che verrà fuori dell’altro …”.

Mi guardò tra il bisognoso e l’incuriosito.

Arrivederci”

Arrivederci”

C) Venerdì 31 dicembre.

I soldi’.

Come il venti.

Tra un bilancio economico ed una riflessione sul peso della sua pensione e un’altra …

Ma gliel’ho detto dottore che mio figlio gioca compulsivamente e si è fatto fuori trentamila euro e adesso ha debiti con le finanziarie?”

Io: “No …”

Come il ventiquattro.

Al termine.

Io: “La prossima volta se vuole signora parleremo un po’ più di lei … Vede, è un po’ troppo concentrata sulle vicende altrui perdendo a volte di vista le sue percezioni ed emozioni delle cose.”

La signora sorpresa: “Ah si … e che dico?”.

Non esultai al suo trasporto. Ma almeno non aveva finito.

Ed Io: “Vedrà che verrà fuori dell’altro …”.

Mi guardò tra l’incuriosito e il possibilista.

Arrivederci”

Arrivederci”

D) “La nebbia”.

Elementi importanti da trattare, anche se a parte, ce ne erano in abbondanza. Ma più passavano gli incontri e più ero sicuro che gli eventi pur traumatici che le accadevano attorno non erano determinanti nella sua patologia. Ne erano l’avanguardia. Proiettava la sua incapacità determinativa criticandola nel figlio per poi riservare lo stesso trattamento alla decisionalità della figlia. Non andavano bene né l’una né l’altra. Sapeva che avrebbe dovuto vivere di più ma sapeva anche che farlo sarebbe stato difficile.

Il figlio soffriva di depressione, come lei. La figlia dopo pochi mesi dalla sua separazione si era messa con il collega dell’ex – marito come il padre fece con la nuova compagna alla morte della madre. Il figlio soffriva di bisogni compulsivi vari. Giustificava il gioco con la maggiore pericolosità degli ipotetici sostituti come droga, alcol. La figlia aveva avuto un passato di anoressia all’uscita di casa del padre e depressione post – partum alla prima figlia. Aleggiava depressione in quel grande appartamento che tutto andava a raccogliere, a rinchiudere e a disperdere. Il figlio non aveva relazioni affettive conosciute.

Tanti elementi, tanti dati patologici. Proiezioni, identificazioni. Come se la loro risoluzione potesse avere una ripercussione positiva sulla sua vita interiore. Nebbia. Soporifera nebbia.

CONTINUA

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